Sgomberi creativi

    La discarica, la soffitta, il magazzino: oggetti dimenticati, impolverati, rotti che possono risorgere.

    Saper guardare i prodotti arrivati alla fine del loro ciclo lineare con occhi nuovi per collocarli nella cosiddetta economia circolare in un ottica di rispetto ambientale,
    è il tema del laboratorio sviluppato con i ragazzi di Troia.
    Il riuso, consapevolmente inserito fra i valori che l’ADI, Associazione per il Disegno Industriale, ha fatto propri, esprime una sensibilità riassunta da Bruno Munari con l’espressione “Da cosa nasce cosa”.

    Un gruppo di studenti eterogeneo per studi e per età (da 11 a 20 anni), guidato verso la cultura del “Ready Made”, è stato organizzato in team di lavoro per sviluppare nuovi concept.
    Gli esempi dell’arte di Marcel Duchamp, le opere di maestri come i Castiglioni, così come i lavori più recenti di Michele De Lucchi, Ron Arad, Jasper Morrison o Ingo Maurer sono stati la grande fonte d’ispirazione dei progetti realizzati insieme.

    Il territorio di Troia, uno dei primi Comuni “Ricicloni” del nostro Paese, è il luogo ideale  dove agire e dove la discarica può diventare la miniera di materia da plasmare a nuova vita per realizzare oggetti che potranno arredare gli spazi resi disponibili dall’amministrazione comunale.
    Un progetto partecipato, grazie alla collaborazione di genitori, nonni e vicini di casa; negozianti, artigiani e l’infaticabile Mariano. Un’occasione di crescita e di incontro fra le generazioni.

    Il risultato? Eccezionale!

    Bottiglie d’acqua e scarti di lavorazione tessile, diventano un divano;
    damigiane abbandonate diffondono una luce d’atmosfera;
    una stampante: l’applique discreta;
    targhe abbandonate e piedini di un mobile della nonna: un tavolino;
    cassettiere: comodi puff;
    paratie di una culla e legni del banco di scuola: una libreria;
    pale di ventilatori, attaccapanni e le loro protezioni: contenitori per riviste;
    doghe di una culla: un reggi/segna libro.
    Ma non solo. Dal magazzino della scuola risorgono due banchi e una lavagna:
    ora sono un tavolo sul quale scrivere appunti e messaggi.
    E ancora, cassette della frutta si trasformano in base per tavolino o contenitori per una libreria pensile,
    mentre pallet abbandonati, in un tavolino di servizio.

    Alla fine, un percorso attraverso il quale i ragazzi hanno acquisito, non solo l’importanza di poter dare nuova vita a scarti e rifiuti, ma anche una seria consapevolezza di opportunità di studio prima e lavoro poi e, ancor più, la consapevolezza di quella cultura del progetto che distingue il design italiano nel mondo e che il mondo ammira.

    Antonella Andriani & Massimo Farinatti per Design in Town